Riproduzione
Rappresenta indubbiamente uno dei momenti in cui, più che in altri, l´allevatore ha la possibilità di intervenire direttamente sulle caratteristiche dei suoi esemplari. In effetti, per ottenere qualunque risultato nell´allevamento di una razza, è necessario predisporre un tanto paziente quanto affascinante lavoro di selezione.
La scelta degli esemplari da accoppiare deve tenere conto di innumerevoli fattori, ma sicuramente, innanzitutto, deve essere basata sull´accostamento di un maschio dalle ottime qualità canore ad una femmina derivante da un ceppo di altrettanto valore.
Nell´arco di una stessa stagione sarebbe opportuno non realizzare più di due o tre accoppiamenti per soggetto, onde evitare di provare eccessivamente i riproduttori.
Le femmine non dovrebbero svernare presso locali riscaldati, altrimenti si rischia l´insorgenza di uno stato di calore anticipato ed eccessivo, tale da mettere in dubbio le possibilità riproduttive dell´esemplare per l´intera annata.
Durante tutta la durata del periodo riproduttivo i volatili dovrebbero essere disturbati il meno possibile. Bisognerebbe evitare assolutamente il contatto con persone estranee ed anche un comportamento involontariamente insolito da parte dell´allevatore: il tentativo di non farsi notare potrebbe paradossalmente portare a movimenti cui gli esemplari non sono abituati, finendo per provocarne paura e nervosismo.
La temperatura dell´ambiente deve essere mantenuta nella media, possibilmente tra i 18 ed i 28 gradi, comunque mai sotto i 14 gradi. L´umidità deve restare nell´intervallo tra il 60% e l´80%.
Opportuno si rivelerà anche evitare che tuoni o lampi possano spaventare la coppia; una precauzione utile sarà quella di disporre nel locale una lampadina a bassissima luminosità, magari di colore verde, per aiutare la femmina a ritornare al nido qualora di notte dovesse esserne uscita, magari spaventata da qualcosa: una notte senza senza calore può essere fatale sia per un uovo in sviluppo che per un piccolo nato da poco.
Sarebbe giovevole evitare che l´accoppiamento avvenga troppo precocemente, altrimenti si incorrerebbe nel rischio di avere un periodo di imbeccaggio corrispondente a giornate ancora troppo corte, con conseguente riduzione del numero dei pasti per i piccoli.
Particolare attenzione va posta anche all´alimentazione della coppia e, quindi, dei piccoli. Prima della schiusa delle uova, ma mai nel periodo successivo e fino allo svezzamento quando è preferibile ricorrere all´osso di seppia, è indicata la somministrazione di guscio d´uovo e di grit in qualità di integratori minerali. Proprio nella fase precedente lo svezzamento si può anche provvedere alla somministrazione di sali minerali, di terra naturale e di carbone dolce, ottimo disinfettante intestinale.
E´ consuetudine somministrare, assieme alla miscela di semi, un pastoncino all´uovo, dei bocconcini di mela, verdure, piselli e cetrioli, dei semi di papavero, a giorni alterni e con estrema moderazione. Proprio la mela, ed anche il suo succo utilizzato nella produzione dei pastoncini, ed il cetriolo risultano fondamentali per il loro potere preventivo nei confronti delle indigestioni dei piccoli, evento tanto più frequente in razze dalla spiccata selezione. Anche in considerazione del fatto che i nidiacei non hanno bisogno di cibo per il primo giorno di vita, essendo ancora impegnati nella digestione del tuorlo vitellino, sarebbe opportuno mettere a disposizione il pastoncino soltanto a partire dal secondo giorno; riprova ne sia il fatto che, spesso, si verificano indigestioni letali per la prole a causa di somministrazioni eccessive di cibo fluidificato a partire proprio dal primo giorno, evento a volte dovuto ad insistenti premure da parte di un maschio sovralimentante la femmina. Altre volte, invece, si può notare il rifiuto da parte di quest´ultima di servirsi del pastoncino; evento talmente sconveniente, viste le ottime proprietà nutritive di questo alimento, da poter definire un esemplare caratterizzato da tale atteggiamento come una cattiva nutrice e da poter giustificare una seria apprensione per le sorti della nidiata. Tentativi effettuabili per ovviare a questa situazione saranno la rimozione momentanea, per alcune ore, della miscela di semi ed eventualmente la bollitura dei semi stessi in acqua addizionata di una piccolissima quantità di bicarbonato, per una dozzina di minuti; si procederà così, dopo opportuna asciugatura, ad una somministrazione mediante una forma apprezzabilmente più digeribile.
Il periodo della riproduzione è senz´altro caratterizzato da una spiccata suscettibilità dei genitori e da una notevole fragilità dei piccoli; la sovrapposizione di questi fattori giustifica appieno la delicatezza degli equilibri che si vengono ad instaurare. Qualunque imprevisto potrà portare ad eventi irreparabili e spesso si sarà costretti ad interventi di emergenza, non ultimi l´allontanamento del maschio, lo spostamento dei nidiacei presso nutrici più esperte o presso nidi con fratellastri meno sviluppati e prepotenti, l´allevamento allo stecco.
Sicuramente molti dei piccoli non risulteranno vincitori nella loro lotta per la sopravvivenza; ma alcuni di loro, i più forti o a volte semplicemente i più fortunati, li scorgeremo all´improvviso in giro per la gabbia: l´uomo, che lo accetti o meno, è solo uno spettatore.
La scelta degli esemplari da accoppiare deve tenere conto di innumerevoli fattori, ma sicuramente, innanzitutto, deve essere basata sull´accostamento di un maschio dalle ottime qualità canore ad una femmina derivante da un ceppo di altrettanto valore.
Nell´arco di una stessa stagione sarebbe opportuno non realizzare più di due o tre accoppiamenti per soggetto, onde evitare di provare eccessivamente i riproduttori.
Le femmine non dovrebbero svernare presso locali riscaldati, altrimenti si rischia l´insorgenza di uno stato di calore anticipato ed eccessivo, tale da mettere in dubbio le possibilità riproduttive dell´esemplare per l´intera annata.
Durante tutta la durata del periodo riproduttivo i volatili dovrebbero essere disturbati il meno possibile. Bisognerebbe evitare assolutamente il contatto con persone estranee ed anche un comportamento involontariamente insolito da parte dell´allevatore: il tentativo di non farsi notare potrebbe paradossalmente portare a movimenti cui gli esemplari non sono abituati, finendo per provocarne paura e nervosismo.
La temperatura dell´ambiente deve essere mantenuta nella media, possibilmente tra i 18 ed i 28 gradi, comunque mai sotto i 14 gradi. L´umidità deve restare nell´intervallo tra il 60% e l´80%.
Opportuno si rivelerà anche evitare che tuoni o lampi possano spaventare la coppia; una precauzione utile sarà quella di disporre nel locale una lampadina a bassissima luminosità, magari di colore verde, per aiutare la femmina a ritornare al nido qualora di notte dovesse esserne uscita, magari spaventata da qualcosa: una notte senza senza calore può essere fatale sia per un uovo in sviluppo che per un piccolo nato da poco.
Sarebbe giovevole evitare che l´accoppiamento avvenga troppo precocemente, altrimenti si incorrerebbe nel rischio di avere un periodo di imbeccaggio corrispondente a giornate ancora troppo corte, con conseguente riduzione del numero dei pasti per i piccoli.
Particolare attenzione va posta anche all´alimentazione della coppia e, quindi, dei piccoli. Prima della schiusa delle uova, ma mai nel periodo successivo e fino allo svezzamento quando è preferibile ricorrere all´osso di seppia, è indicata la somministrazione di guscio d´uovo e di grit in qualità di integratori minerali. Proprio nella fase precedente lo svezzamento si può anche provvedere alla somministrazione di sali minerali, di terra naturale e di carbone dolce, ottimo disinfettante intestinale.
E´ consuetudine somministrare, assieme alla miscela di semi, un pastoncino all´uovo, dei bocconcini di mela, verdure, piselli e cetrioli, dei semi di papavero, a giorni alterni e con estrema moderazione. Proprio la mela, ed anche il suo succo utilizzato nella produzione dei pastoncini, ed il cetriolo risultano fondamentali per il loro potere preventivo nei confronti delle indigestioni dei piccoli, evento tanto più frequente in razze dalla spiccata selezione. Anche in considerazione del fatto che i nidiacei non hanno bisogno di cibo per il primo giorno di vita, essendo ancora impegnati nella digestione del tuorlo vitellino, sarebbe opportuno mettere a disposizione il pastoncino soltanto a partire dal secondo giorno; riprova ne sia il fatto che, spesso, si verificano indigestioni letali per la prole a causa di somministrazioni eccessive di cibo fluidificato a partire proprio dal primo giorno, evento a volte dovuto ad insistenti premure da parte di un maschio sovralimentante la femmina. Altre volte, invece, si può notare il rifiuto da parte di quest´ultima di servirsi del pastoncino; evento talmente sconveniente, viste le ottime proprietà nutritive di questo alimento, da poter definire un esemplare caratterizzato da tale atteggiamento come una cattiva nutrice e da poter giustificare una seria apprensione per le sorti della nidiata. Tentativi effettuabili per ovviare a questa situazione saranno la rimozione momentanea, per alcune ore, della miscela di semi ed eventualmente la bollitura dei semi stessi in acqua addizionata di una piccolissima quantità di bicarbonato, per una dozzina di minuti; si procederà così, dopo opportuna asciugatura, ad una somministrazione mediante una forma apprezzabilmente più digeribile.
Il periodo della riproduzione è senz´altro caratterizzato da una spiccata suscettibilità dei genitori e da una notevole fragilità dei piccoli; la sovrapposizione di questi fattori giustifica appieno la delicatezza degli equilibri che si vengono ad instaurare. Qualunque imprevisto potrà portare ad eventi irreparabili e spesso si sarà costretti ad interventi di emergenza, non ultimi l´allontanamento del maschio, lo spostamento dei nidiacei presso nutrici più esperte o presso nidi con fratellastri meno sviluppati e prepotenti, l´allevamento allo stecco.
Sicuramente molti dei piccoli non risulteranno vincitori nella loro lotta per la sopravvivenza; ma alcuni di loro, i più forti o a volte semplicemente i più fortunati, li scorgeremo all´improvviso in giro per la gabbia: l´uomo, che lo accetti o meno, è solo uno spettatore.
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